Al G20 di Roma si è capito che la moltiplicazione dei vaccini a beneficio anche dei Paesi più poveri non va sviluppata contro le Big Pharma, ma con la loro collaborazione
Angela Merkel ha definito la Dichiarazione di Roma “una pietra miliare”, Ursula von der Leyen addirittura rivoluzionaria, per il ritorno al multilateralismo che ha sancito, impegnando le 20 economie più grandi al mondo nella direzione di un rafforzamento delle grandi organizzazioni internazionali.
Tutti i media hanno ampiamente commentato il Global Health Summit di Villa Doria Pamphili, qui noi vorremmo concentrarci sulla delicata e complessa questione della eventuale sospensione dei brevetti dei vaccini, che porterebbe – secondo alcuni, tra cui il Presidente Usa Biden, peraltro assente al vertice – grandi vantaggi in termini di capacità produttiva e di distribuzione ai Paesi a basso reddito.
I dati di partenza sono preoccupanti: del miliardo e mezzo di dosi somministrate, l’85% è andato ai Paesi ricchi e solo lo 0,3% ai Paesi a basso reddito. Per ovviare a questa forte distorsione, non solo etica ma anche sanitaria (il Covid potrà essere debellato solo con i due terzi della popolazione mondiale vaccinati), Joe Biden ed Emmanuel Macron avevano lanciato la proposta di una sospensione dei brevetti dei vaccini. Nella preparazione del vertice G20 di Roma, però, erano emerse alcune criticità:
- la sospensione dei brevetti non comporta automaticamente l’aumento della capacità produttiva, in quanto il trasferimento tecnologico è molto complesso è non si realizzerebbe in pochi mesi;
- non si può rischiare che le compagnie farmaceutiche disinvestano da ricerca e innovazione. È nei laboratori delle Big Pharma, infatti, che nuovi farmaci e grandi passi avanti vengono realizzati, a beneficio di cure innovative e prevenzione;
- le restrizioni all’export imposte da alcuni Paesi (Usa, Uk) nel momento più difficile della crisi pandemica vanno disciplinate e limitate, in un contesto di regole multilaterali, gestite dall’Oms.
È risultato dunque più logico sedersi al tavolo con le stesse Big Pharma, inducendole a un impegno solenne: Pfizer, Moderna e J&J hanno annunciato di mettere a disposizione dei Paesi poveri 1,3 miliardi di vaccini entro il 2021, a prezzo di costo, quindi minimo. Questa dichiarazione, unita all’impegno dell’Oms a organizzare logisticamente la distribuzione, dovrebbe consentire di ridurre lo squilibrio entro un anno.
La Commissione europea si è poi distinta per una proposta definita “la terza via”, che prevede una forte partnership con l’Organizzazione Mondiale del Commercio, per aumentare la disponibilità globale di vaccini, agendo sulla liberalizzazione dei commerci.
Si conferma quanto da eastwest sottolineato da tempo: potremo uscire da questa emergenza pandemica e affrontare efficacemente future epidemie solo se rafforzeremo le grandi istituzioni multilaterali, Oms, Omc e Nazioni Unite in testa.