Pace fatta tra Italia e Francia

Macron e Conte firmano la pace, dopo anni difficili. Una partnership ritrovata, che servirà anche all’Europa

Dopo tre anni di rapporti altalenanti tra i due Paesi, si è svolto giovedì a Napoli un importante incontro bilaterale tra Italia e Francia.

“Un gesto di vicinanza all’Italia e al contempo un segnale nei confronti della comunità internazionale”, ha dichiarato il Ministro degli Esteri Luigi di Maio, che solo un anno fa aveva sfidato l’Eliseo incontrando i gilet gialli, con conseguente richiamo dell’Ambasciatore a Roma. “Un gesto di amicizia” ha sottolineato Emmanuel Macron, nel segno della “solidarietà europea”, in un momento in cui l’Italia è alla prese con la sua emergenza sanitaria.

Il premier Giuseppe Conte e il Presidente francese  hanno presieduto i lavori alla presenza di 11 Ministri italiani e altrettanti francesi (Interno, Esteri, Giustizia, Difesa, Economia, Trasporti, Ambiente, Cultura, Istruzione, Ricerca, Affari europei) e hanno delineato i contorni di un accordo che vuole rilanciare la cooperazione franco-italiana in diversi ambiti: nella difesa, con l’accordo tra Fincantieri e Naval Group di cantieristica militare (sembrano superate le frizioni di mesi fa per i Chantiers de l’Atlantique); nella finanza, con un accordo Bpi-Cassa Depositi; nei trasporti, ribadendo “l’importanza dell’ultimazione della sezione transfrontaliera della linea Torino-Lione”; e nella questione migranti, con la promessa di “un’equa ripartizione tra i Paesi europei” dei richiedenti asilo.

Si è discusso anche di politica estera e ovviamente della questione libica, ambito in cui gli interessi dei due Paesi sono maggiormente in contrasto (la Francia sostiene il generale Khalifa Haftar e l’Italia il Governo riconosciuto dall’Onu di Fayez al Serraj), ma dove i nodi più importanti non sono stati affrontati. “Italia e Francia sostengono con convinzione il percorso definito dalla Conferenza di Berlino, per una soluzione pacifica del conflitto, guidato dalle Nazioni Unite, nel rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale del Paese”, si legge nel Patto di Napoli, che condanna anche tutte le interferenze esterne e la violazione dell’embargo delle Nazioni Unite sulle armi.

Napoli è una tappa importante per il rilancio della cooperazione tra due Paesi che nella Ue hanno molti interessi in comune, in un momento in cui l’Unione deve fronteggiare il difficile negoziato della Brexit e le molte divisioni interne (non ultima, l’approvazione del bilancio comunitario).

Recuperare una partnership con il vicino d’Oltralpe è importante, anche in funzione di una indispensabile accelerazione del processo di integrazione europea. Non è emerso nei comunicati, ma nei colloqui sono stati toccati anche i temi più delicati, come i diversi interessi in Libia. Interessi non componibili, ma si è provato almeno a renderli compatibili. Vedremo se sarà così sul campo, in attesa di una vera politica estera europea, al momento non pervenuta. Ultima nota riguarda la riacquisita centralità di Napoli, che prova a riemergere da anni di emarginazione dal contesto europeo. L’antica capitale torna al centro d’Europa, almeno per un giorno…