E sono 100!

Un traguardo importante per noi di eastwest, sembra banale o insignificante, ma non lo è per un bimensile, che ha visto il suo primo numero “The Europeans” pubblicato 18 anni fa

E sono 100!

Un traguardo importante! Sembra banale o insignificante, ma non lo è per un bimensile, che ha visto il suo numero uno pubblicato 18 anni fa, dunque l’età di un maggiorenne.

Non so se siamo maturi come lo è chi acquisisce il diritto di voto, ma so che perseverare per far uscire la nostra rivista sempre puntuale è stato un esercizio di costanza, di pazienza, di fiducia e di grande competenza delle decine di autori, grafici, photo-editor e web master che negli anni si sono succeduti, per garantire al nostro giornale di essere sempre sul tavolo dei nostri lettori.

In questi 100 numeri abbiamo seguito la parabola di Vladimir Putin, con la curiosità dei nostri giornalisti di stanza a Mosca per il suo esordio al potere e per il modo in cui ha manipolato le regole per restarvi “attaccato”, fino alla delusione che abbiamo provato per le decisioni insensate di queste settimane, che stanno segnando un vero e proprio spartiacque nell’era post guerra fredda, ricacciando la dirigenza post sovietica ai margini della civiltà.

Così come in questi 18 anni, non abbiamo mancato di descrivere le politiche e le ossessioni dei 4 Presidenti che si sono succeduti alla Casa Bianca, fino alla preoccupazione che abbiamo vissuto nella schizofrenica stagione trumpiana, preoccupazione che non si è purtroppo diradata con l’avvento del pur saggio Biden, che però non sembra avere più l’energia necessaria per governare la prima superpotenza al mondo, che infatti non riesce più a governare il mondo.

E abbiamo analizzato con voci da dentro l’evoluzione del gigante cinese da potenza economica a protagonista del multilateralismo, dalla storica adesione all’Organizzazione Mondiale del Commercio al lancio dell’iniziativa Via della Seta, che coinvolge più di sessanta paesi, spalancando frontiere e sviluppando investimenti.

Abbiamo intitolato il numero dedicato a Brexit, nel 2016, che è uscito prima del risultato referendario, “Suicidio di massa“, in quello che resta il nostro numero più venduto di sempre, avendo indovinato un’analisi che i più non avevano nemmeno adontato, sicuri che la folle scommessa di Cameron si sarebbe tradotta in un rilancio del rapporto Londra-Bruxelles e non nel suo “de profundis”.

Fin dal numero 1, “The Europeans“, abbiamo puntato sulla cittadinanza europea, la nostra grande opportunità di protagonismo, alla quale abbiamo il dovere di lavorare tutti, spingendo sull’acceleratore del processo di integrazione. Siamo poi passati attraverso la peggiore crisi finanziaria degli ultimi 80 anni e la più tragica pandemia che potessimo immaginare, reagendo con una nuova spinta ideale e concreta verso un’Europa federale.

Europa sulla quale ci aspettiamo che investa il neo eletto Presidente francese, che ha chiesto la fiducia dei Francesi proprio sul suo ruolo di difensore dell’Europa. Stiamo seguendo Emmanuel Macron da vicino. Parliamo con i suoi più stretti Consiglieri, monitoriamo il sentimento degli elettori dell’unico paese europeo in possesso dell’arma nucleare, che potrebbe fare un gran gesto e rinunciare al seggio permanente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (ora che Londra non inquina più i pozzi), in favore di Bruxelles.

Lo farà, Emmanuel? Noi di eastwest, dopo 100 numeri di paziente attesa, glielo chiediamo espressamente e ad alta voce: Presidente, adesso o mai più! La storia si fa adesso.

Questo articolo è la Prima Pagina del nuovo numero di maggio/giugno di eastwest.

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