I contagi continuano a crescere, anche per la confusione nelle decisioni da parte del premier inglese. E c’è ancora Brexit da affrontare…
Il Centro europeo per il controllo delle malattie ha individuato i 5 Paesi in cui il contagio da Covid-19 non sta rallentando: si tratta di Polonia, Romania, Bulgaria, Svezia e Regno Unito.
La Gran Bretagna è il primo Paese in Europa per vittime giornaliere da Covid-19 e il secondo al mondo dopo gli Stati Uniti. Sono trascorsi 100 giorni da quando il primo caso di coronavirus è stato confermato nel Regno Unito, era il 31 gennaio, da allora il bilancio ufficiale delle vittime dall’epidemia ha superato i 33.000 morti. Il numero di contagi giornalieri continua a oscillare intorno alle 5mila unità.
Il Governo britannico e il premier Boris Johnson, guarito dal coronavirus dopo il ricovero in terapia intensiva, devono affrontare crescenti critiche da parte dell’opposizione per la scarsa capacità di pianificazione, per i bruschi cambi di strategia e per l’incapacità di fornire adeguati dispositivi di protezione per il personale medico.
L’app voluta dal Governo per tracciare gli spostamenti è un disastro: è insicura, non protegge adeguatamente la privacy dei cittadini e soprattutto non funziona, e il Governo, quando metà della popolazione l’ha scaricata, sta correndo ai ripari.
Anche sui test il Governo è in ritardo con gli obiettivi: il Ministro della Salute Matt Hancock ha annunciato che sono stati raggiunti i 100mila tamponi al giorno, ma il Guardian ha rivelato che i dati del Governo sono imprecisi (la media è circa 70mila tamponi). Sicuramente Johnson ha ereditato i servizi pubblici mal equipaggiati per gestire una pandemia: all’NHS mancavano letti per terapia intensiva, dispositivi di protezione per il personale e, inizialmente, anche i ventilatori.
Oggi il Governo pubblicherà un documento che delinea il piano completo per riavviare cautamente l’economia e per programmare le prime riaperture.
La slogan del lockdown britannico è passato da “Stay Home, Save Lives”, a “Stay Safe, Save Lives”. Sia la premier scozzese Nicola Sturgeon, sia quella dell’Irlanda del Nord Arlene Foster, hanno già fatto sapere di non essere d’accordo.
In crisi drammatiche come questa, è importante la fiducia dei cittadini nella propria leadership. La sicumera con la quale BoJo ha all’inizio ostentato il suo modo di prendere decisioni senza ascoltare i virologi né prendere esempio da Paesi vicini già colpiti, come l’Italia, ha certamente incrinato questo rapporto di fiducia, aggravando una transizione delicatissima del Regno verso un nuovo isolazionismo senza più l’Impero. Piove sul bagnato…