Coronavirus frena l’economia

Al G20 si prende atto che gli effetti psicologici del virus e la conseguente riduzione delle attività lasciano prevedere una significativa contrazione della crescita globale

L’ombra dell’epidemia contagia il G20 finanziario che si è aperto a Riad, in assenza della delegazione cinese (che è stata rappresentata dal suo Ambasciatore in Arabia Saudita).

I Ministri dell’Economia e i Governatori delle Banche centrali hanno cambiato l’agenda in corsa, per discutere un piano d’azione che sostenga la crescita globale dalle possibili ricadute che la diffusione del coronavirus può portare sull’economia.

A Riad, il Fondo monetario internazionale ha annunciato di aver tagliato le stime di crescita globale dello 0,1% e della Cina dello 0,4%, a causa dell’impatto del virus: a gennaio: “Avevamo previsto che la crescita globale, quest’anno, si sarebbe rafforzata dal 2,9% dell’anno scorso al 3,3%. Da allora, il diffondersi del Covid19 ha interrotto l’attività economica in Cina. Secondo il nostro scenario di base attuale, l’economia cinese tornerà alla normalità nel secondo trimestre”, ha dichiarato la direttrice del Fmi Kristalina Georgieva. A oggi, il coronavirus ha rallentato una quota importante dell’industria cinese, che costituisce una parte molto rilevante (circa il 16%) del Pil globale. “Guardiamo anche a scenari più preoccupanti” – ha continuato poi Georgieva – “in cui la diffusione del virus continui più a lungo, con conseguenze sulla crescita più durevoli.”

Per questo il Fondo monetario è pronto, se fosse necessario, anche ad attingere al suo Fondo catastrofi per aiutare i Paesi più deboli e vulnerabili” ha aggiunto la Direttrice dell’Fmi.

E se la Cina registra un rallentamento dei contagi, l’attenzione si sposta su altri Paesi che sembrano dover fronteggiare l’emergenza: Corea del SudGiappone e Italia, dove i contagi sono raddoppiati in 24 ore.

A riguardo, a margine degli incontri di Riad, è intervenuto anche il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che ha dichiarato di aver informato “il G7 e il G20 della situazione e delle decisioni adottate in Italia” e ha chiesto di “lavorare da subito a misure economiche a livello internazionale, coordinate e adeguate ad affrontare in modo tempestivo ed efficace le conseguenze economiche del virus, nel caso la crisi si aggravi”.

Abbiamo pensato di dedicare la Prima Pagina del numero di marzo di eastwest proprio al coronavirus, provando ad abbassare i toni, traendo dai numeri del contagio elementi che ci inducono a immaginare un’evoluzione del contagio non dissimile da quanto accadde con la Sars, che si estinse senza la necessità di individuare un vaccino.

Abbiamo scritto quell’editoriale prima di quest’emergenza italiana, che però conferma quanto abbiamo accennato e che potrete leggere dal 1° marzo in edicola: che le epidemie internazionali si combattono, più che erigendo muri (la cancellazione dei voli diretti non è servita un gran che), adottando per tempo quelle misure sanitarie di prevenzione che suggerisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che andrebbe certamente dotata di maggiori risorse finanziarie e umane. Altro che fine del multilateralismo…